Era il 1604 quando Francisco de Quevedo, con El Buscón, costruiva perfettamente il genere picaresco e, con esso, un’opera di puro ingegno verbale secondo alcuni critici o di affilata critica sociale, secondo altri. Senza dubbio, per circostanze a noi sconosciute, il testo del genio madrileno non venne dato in stampa fino al 1626.
Tra le peculiarità del romanzo, emergono la brillantezza della trama e dei contenuti, ispirati anche dalle esperienze giovanili studentesche dell’autore, il gusto grottesco, le caricature dei personaggi, la nota sarcastica profonda e intensa, lo stile asciutto e distaccato, impreziosito da una lunga serie di doppi sensi.
Particolare del manoscritto è la pagina scritta a mano libera posta nell’ultima pagina in cui lo stesso ammette i suoi errori e si pente di aver commesso tanti errori nella vita.
Il manoscritto originale è custodito presso la Fondazione Lázaro Galdiano (Madrid, Spagna).
